Il grande miracolo dell’icona di Gesù Misericordioso nel 1990 a Trento

Il grande miracolo dell’Icona di Gesù Misericordioso

A Villa O Santissima a Trento nel 1990

  1. Ricordando Ugo Festa

È il grande miracolato di Gesù Misericordioso, barbaramente ucciso mentre si dedicava alle sue opere di misericordia, dopo una delle più spettacolari guarigioni.

Un depliant diffuso in milioni di copie in tutto il mondo (don Renato lo trovò in India e in Australia) descrive così l’evento:

“Miracolosa e istantanea guarigione del malato incurabile italiano Ugo Festa

attraverso l’immagine di Cristo Misericordioso

per intervento del Papa Giovanni Paolo II nel 1990 in Italia”

 

Nella foto:  Giovanni Paolo II mentre benedice  alcune icone di Gesù Misericordioso ad Ugo Festa, ancora in carrozzella.

Miracolo che ha avuto luogo il 2 agosto 1990 a Trento (Italia).

 

Ugo Festa, 39 anni, di Piovene Rocchette, ex operaio della Lanerossi, sposato e padre di due figli, da 11 anni era malato di sclerosi a placche e da 7 anni questa malattia lo condannava alla sedia a rotelle, senza alcuna speranza di guarigione. Ha peregrinato da un ospedale all’altro, ha consultato invano fior di specialisti. Poi, alla fine, si è rassegnato alla sua sorte ed ha capito che era meglio imparare ad amare la sua carrozzina. Oltre che di sclerosi a placche, Ugo Festa soffriva anche di una grave forma di epilessia e di un deficit visivo di 7 diottrie.

Cinque anni fa qualcuno gli consigliò di recarsi a Lourdes. Andò in Francia con molto scetticismo e non tanto per trovare la guarigione, quanto per “trovare la mamma”, che lo aveva abbandonato quando aveva soltanto 9 mesi. Dopo il bagno nell’acqua miracolosa Ugo Festa, che era un bestemmiatore incallito, non è più riuscito a bestemmiare. Da quel momento la sua vita è cambiata. Una conversione autentica, con la decisione di dedicare la sua sofferenza a Dio. Seduto davanti alla Grotta, pensando alla sua madre naturale, sente la voce dell’Immacolata: “Io sono la tua prima Madre e tutte le altre madri ti sono madri”. Ma la vera svolta è stato l’incontro con Giovanni Paolo II. Il Papa ha benedetto le cinque icone di Gesù Misericordioso che Ugo Festa aveva portato con sé, e gli ha raccomandato di affidarsi al Suo Cuore e all’intercessione della “sua” suor Faustina Kowalska, una religiosa polacca che negli anni trenta ebbe visioni e colloqui con Gesù. Il Santo Padre gli raccomandò anche di recarsi a Villazzano, nella diocesi di Trento, dove nella “Villa O Santissima” ha sede l’Alleanza Dives in Misericordia, una comunità di preghiera e di studio guidata da don Renato Tisot e composta di cristiani che ritornano al nucleo teologico di tutta la Bibbia, racchiuso nella grande rivelazione che “Dio è Misericordia” (1 Gv 4,8).

Senza essere molto convinto decise di ascoltare la raccomandazione del Santo Padre e si recò a “Villa O Santissima” nel momento in cui vi si svolgeva una settimana di evangelizzazione e spiritualità. Gli sembrava di essere circondato da esaltati, da fanatici. I primi giorni di preghiera furono traumatizzanti ma, convinto dai presenti decise di restare. In quel luogo di raccoglimento e di preghiera lo stato d’animo di Ugo Festa migliorò notevolmente, tanto da trovare la forza di perdonare sua madre e ringraziarla di avergli dato la vita. Il quarto giorno, mentre si trovava in prima fila nella cappella a pregare con tutti gli altri, ha provato improvvisamente una strana sensazione: la figura del Cristo dell’icona davanti alla quale pregava si è animata. Ugo vedeva muoversi la veste di Gesù e Lo vedeva tendergli le braccia. Aveva paura, voleva ripararsi dal gesto del Redentore, non voleva accettare ciò che stava accadendo. La visione si è ripetuta cinque volte e alla fine Ugo si è deciso a dire: “Tirami su, sei capace?” La figura del Cristo è uscita dall’icona per la sesta volta, si è avvicinata, il malato si è sentito toccare e si è trovato in piedi con le braccia alzate davanti all’immagine di Gesù.

Era il 2 agosto 1990. Ugo Festa era tornato a camminare, era scomparsa l’epilessia e, da 7 diottrie, il suo deficit visivo era ora di meno 0,7. Da quel momento Ugo non smette di pregare e di ringraziare Dio.

Il 29 agosto Ugo si è recato di nuovo dal Santo Padre per informarlo personalmente della grazia ricevuta, e questa volta lo ha fatto senza la sedia a rotelle, ma sorretto dalle proprie gambe.

Conforme alla realtà dei fatti: secondo la relazione del guarito trasmessa a don Serafin Michalenko a Roma (Vicepostulatore per la causa di beatificazione di suor Faustina) e secondo la stampa italiana (Il Mattino di Padova del 4 settembre 1990).

Apostolato della Misericordia Divina

00-695 Varsavia Nowogrodzka 44 n. 5 (Polonia)

 

Nella foto:  Don Renato Tisot ed Ugo Festa

 

  1. Don Renato ci racconta:

È vero, è un clamoroso miracolo: fra tanti, il più forte e significativo che io abbia visto e documentato nei miei lunghi anni di predicazione e di preghiera d’intercessione, entro il Rinnovamento Carismatico Cattolico, al servizio della grande Ora della Divina Misericordia.

L’evento ha fatto il giro del mondo rapidamente, anche perché fu distribuito un famoso depliant (sembra un milione di copie) in un affollatissimo pellegrinaggio di Papa Giovanni Paolo II in Polonia, specie nella sua tappa a Czestochowa. Di fatto lo trovai nelle mie itineranze, ad esempio in India e in Australia, dove mi chiedevano se sapevo qualcosa al riguardo. Immaginatevi cosa succedeva quando mi rivelavo come il prete conduttore del ritiro.

In quel tempo a Trento ebbi telefonate e visite a non finire. Orbene, è vero, si era nella calda estate del 1990, nella frequentatissima Casa di preghiera “Villa O Santissima”. Io avevo condotto ben nove corsi settimanali di spiritualità e non vedevo l’ora di godermi un po’ di vacanza. E invece, fu proprio in quel momento che arrivò la strana telefonata di uno, che diceva di aver ricevuto direttamente dal Santo Padre questa proposta. Misi giù subito il telefono, pensando ad uno scherzo o a una provocazione. Invece altri amici testimoni mi richiamarono a confermarmi l’eccezionale cosa.

Che fare? Era presente un bel gruppo di persone. Rivelai la notizia e aderirono di cuore a restare un’altra settimana per un corso, evidentemente mirato a sostenere il grande malato. Fu già una prima meraviglia. E vennero delle persone ad accompagnarlo, mentre noi ci sentivamo commossi e davvero protesi a pregare per questo fratello, con un cumulo di miserie addosso.

Storia nella storia: restò con noi la dottoressa Piazza Marcella, primario del reparto di neurologia nell’Ospedale civile di Trento. Bravissima nella sua professione, non aveva però il dono della fede, e quando in casi estremi qualcuno accennava alla preghiera le veniva da fremere. Successe che un giorno si trovò affetta da un grave tumore al cervello, che non le dava alcuna speranza. Qualcuno le disse di venire alla nostra casa di preghiera e, dopo resistenze forti, si decise di venire. Ebbe una guarigione da Gesù Misericordioso, per cui fu poi una delle più assidue frequentatrici. E non a caso il Signore la volle presente a questo clamoroso miracolo. E c’era anche mia mamma, che di meraviglie divine ne aveva già sperimentate tante.

Ritorniamo ai fatti. Il buon Ugo Festa, che si era ribellato più volte al Signore proprio per tutti i malanni della sua vita, era appena tornato alla fede e alle pratiche fondamentali. Un grande impatto ebbe il pellegrinaggio a Lourdes con la sua Confessione sacramentale e poi la scoperta che alcuni devoti gli fecero fare del Gesù Misericordioso. Per cui procurava immagini allo scopo di promuoverne il culto. Ecco il motivo dell’attenzione di Giovanni Paolo II e il suo invito di andare a Trento in quell’importante e determinante incontro in piazza S. Pietro.

Ma cosa succedeva nel nostro corso a Trento? Che, portando avanti la vibrante preghiera carismatica, lui si trovò all’inizio in un tale disagio, che voleva partire. A questo punto lo mettemmo davanti al grosso e sincero impegno che tutti noi ci eravamo presi per lui. Decise di rimanere, e allora il Signore cominciò a lavorare alla grande.

Nella terza giornata iniziai una ispirata preghiera di guarigione della vita, delle ferite e delle memorie, pregando sempre sulle ali del perdono per le persone che potevano essere state negative o dannose e per le situazioni che potevano essere state traumatizzanti. Ero appena al percorso della guarigione delle ferite avute nel grembo materno, quando Ugo cominciò ad urlare: “Mamma, mamma”. Venimmo a sapere in seguito dell’abbandono materno fin dall’infanzia e dell’odio accumulato poi nel confronto di lei. E non voglio dire in quali pesanti termini.

Questa guarigione del rapporto materno, anzi, col desiderio di poterla amorosamente incontrare e abbracciare, lo portò a chiederci un momento di interiorizzazione, di pausa e di silenzio. Rispettammo il desiderio, e lui si pose con grande amore in atteggiamento di preghiera davanti a quella che ormai è la “celeberrima” icona di Gesù Misericordioso (si trova oggi a Surmanci, parrocchia di Medjugorje).

Io mi ero ritirato in camera per le udienze, ma ad un certo punto sento grida ed insoliti movimenti. Sento acclamare al miracolo e poi mi vedo salire a piena velocità Ugo Festa completamente sanato, cioè guarito dal cumulo di malattie che prima portava. La sua carrozzella è ancora nella soffitta della Villa. Avevo assistito in passato ad alcune guarigioni di questo tipo, ma notavo che poi ci voleva un buon allenamento per riprendere la camminata. E pensare che la sera, per aiutarlo ad andare a letto, ci volevano due uomini, che poi collaboravano anche a lungo per la pulitura del catetere.

Telefonai alla moglie la grande notizia, ma di botto assolutamente pensava che fosse un brutto scherzo, ed io insistevo dicendo addirittura che Ugo aveva intenzione di ritornare a casa in autostop; intanto sentivo il figlio che sussurrava da quale mago era andato il papà.

La nostra piccola comunità rimasta era in prevalenza di donne. Osai chiedere di non dire niente a nessuno di quello che era successo, fino a che non avessimo avuto tutti gli accertamenti medici, che la provvidenziale presenza della dottoressa Piazza poteva mettere in atto. Lei si mise all’opera addirittura con i criteri di Lourdes, essendosi premurata di richiederli dalla Francia. E le donne presenti? Mantennero il silenzio: cosa che fece dire al nostro sacerdote biblista: “Questo è davvero un altro grande miracolo”.

Un giorno Ugo partecipò in incognito ad un gruppo di preghiera nel vicentino, e là accadeva però che era presente un uomo che lo conosceva prima e che si fece spiegare l’accaduto. Non l’avesse mai fatto. L’amico era un giornalista e il giorno dopo fu sulla stampa di Vicenza e, due giorni dopo, a Trento, mi vidi arrivare giornalisti della stampa e della televisione. Li portai in cappella davanti all’immagine “miracolosa”, ed ebbi prima di tutto una splendida occasione per raccontare questa importante storia dei nostri tempi. Ovviante dissi di lasciarmi poi in pace, al che, dopo un ovvio chiasso massmediale accadde. Intanto gli accertamenti medici vennero estesi e l’Arcivescovo di Trento, Mons. Giovanni Maria Sartori, dopo attenta lettura, ci permise di inoltrare la causa a Roma.

Ugo Festa era un’enciclopedia di disgrazie e malanni. Sentite: abbandonato dalla madre, adottato, allattato artificialmente per nove mesi, con otite bilaterale all’età di dieci mesi. A cinque anni meningite tubercolare e ricoverato per encefalite e adenoitectomia. A cinque anni meningite tubercolare e ricoverato per encefalite. In seguito, emiparesi e comparsa dello strabismo. A 13 anni appendicite, a 14 ernia inguinale, a 19 cistite con macroematuria, a 22 ernia inguinale, a 23 epatite virale, stato delirante e trasferimento allo psichiatrico, a 24 sindrome vertiginosa con nevrosi depressiva reattiva. Continui ricoveri e astenia neurocircolatoria; a 25 anni duodenite in fase florida di dolori epigastrici, a 26 comincia il grave vizio del vino e del fumo, a 28 lombosciatalgia e piedi cavi con deficit muscolari, discopatia, difficoltà di deambulazione, fatti artrosici e continui ricoveri. Verso i 30 anni distrofia muscolare, epilessia, crisi convulsionali, deformazione della spina dorsale, catetere e… inchiodato sulla sedia a rotelle senza speranza alcuna.

Sintesi finale: danno neurologico organico a carico del sistema nervoso con effetti di paraparesi, turbe minzionali, sindrome comiziale, depressione reattiva, crisi epilettiche con varie recrudescenze, sclerosi multipla, tremore posturale, riflessi pupillari torpidi e turbe visive, turbe visive, sfinteriche, psichiche, incontinenza urinaria. Inchiodato necessariamente e irreparabilmente alla sedia a rotelle.

I medici confessano di non poter fare più niente.

Dopo la prodigiosa guarigione Ugo si fece vedere spesso agli incontri e testimoniò in tanti luoghi la grazia del Signore, divenendo soprattutto apostolo della Divina Misericordia. Si recò in India, dove madre Teresa di Calcutta lo voleva accanto e lo coccolava. L’aveva conosciuta a Roma prima della guarigione. Sappiamo quanto Madre Teresa fosse tra le primissime conoscitrici e promotrici del culto della Divina Misericordia.

Poi, in Italia, si prestò in tanti servizi per i poveri e i diseredati al punto che, esposto anche a molti pericoli in questa opera, finì assassinato da balordi.

Il giornalista Antonio Socci scrisse un grande articolo in quell’occasione finendolo in questo modo: “La storia di Ugo Festa è questa. E dimostra come per Dio nessuna vita è inutile e non degna. Anzi, per Cristo la vita più preziosa e amata è quella più derelitta che la mentalità oggi dominante vorrebbe sopprimere. Lui può fare cose grandi in quelle esistenze. E c’è un luogo nel mondo dove l’eccezionale accade quotidianamente: la Chiesa. Il luogo della Divina Misericordia”.

Don Renato Tisot

 

Nella foto:   Ugo Festa, guarito mentre posa davanti all’Icona di Gesù Misericordioso

 

Ugo Festa scrive al Papa Giovanni Paolo II

4 agosto 1990

Sua Santità,

chi vi scrive è Ugo Festa, costretto alla carrozzina per sclerosi multipla. Sono venuto a Roma per la canonizzazione del Beato Rinaldi e di altri fratelli nel Signore. Ero venuto a ricevere una particolare benedizione per le cinque icone di Gesù Misericordioso che avevo portato con me ed anche una benedizione per me, che stavo vivendo un momento di grande crisi spirituale.

Lei, con tanto amore, mi ha consigliato di affidarmi tutto al cuore di Gesù Misericordioso e all’intercessione di Sr. Faustina. Tornato a Vicenza mi sono recato a Trento a Villa O Santissima, casa di preghiera ed esercizi spirituali della Diocesi. Qui ci sono due cappelle dove si adora Gesù Misericordioso, nella chiesa più grande è esposta una meravigliosa icona di Gesù Misericordioso dipinta dalla grande iconografa Lia Galdiolo di Padova. Nella cappella più piccola, al centro della casa, c’è una diapositiva gigante di Gesù Misericordioso costantemente illuminata. Nell’atrio, appena entrati, si viene accolti da una meravigliosa statua di legno fatta interamente a mano dalla Val Gardena di Gesù Misericordioso, che benedice e accoglie ogni ospite. Non mi aspettavo delle grazie particolari, desideravo solo ricevere forza dallo Spirito Santo per poter servire e amare di più i miei fratelli. Mentre don Renato Tisot, grande apostolo della Misericordia e direttore della casa parlava e ci faceva gustare le meraviglie del cuore trafitto, l’Uomo di Galilea mi ha toccato e, davanti all’icona di Gesù Misericordioso, ho sentito una voce che mi diceva di lasciare la carrozzella. Ora la mia carrozzella è ancora in chiesa, davanti all’icona, e io lodo e ringrazio Gesù.

Ho capito che Lui mi chiama a diventare apostolo della Sua Misericordia e a diffondere il messaggio con le mie gambe, anche se mi fanno male.

La ringrazio e aspetto una Sua benedizione e quando andrà a Trento non si dimentichi di visitare Villa O Santissima, tempio di Gesù Misericordioso.

Vostro Ugo Maria di Gesù Misericordioso.

Nella foto:  Ugo Festa mentre consegna a Giovanni Paolo II  i documenti e testimonianze prodotte a Trento e inerenti alla sua guarigione

 

Parla il guarito Ugo Festa

Stavo attraversando una grave crisi morale e spirituale. Andai a Roma con cinque icone di Gesù Misericordioso per farle benedire dal Santo Padre. Il Papa mi raccomandò di affidarmi al Cuore di Gesù e all’intercessione della Serva di Dio suor Faustina.

Quando arrivai a Trento ero piuttosto scettico. Non volevo partecipare alle preghiere, mi sembravano esagerate.

Pregai soltanto Gesù di perdonare mia madre. Sono stato abbandonato da mia madre, non ho conosciuto le gioie dell’amore materno e non riuscivo ad esserle grato per avermi messo al mondo.

Gesù voleva che la ringraziassi proprio per la vita che mi ha dato e che cominciassi ad amarla. Anzitutto sono stato sanato spiritualmente. Prima soffrivo perché non riuscivo a perdonarle di avermi abbandonato subito dopo la nascita. Con questo perdono è iniziata la mia guarigione fisica. Per cinque volte Gesù è uscito dalla cornice del quadro e mi ha abbracciato. La sesta volta mi ha detto “ALZATI”. Adesso sono guarito, lodo il Signore, ballo e canto…

Gesù mi ha guarito anche dall’epilessia e inoltre la mia vista è notevolmente migliorata. Ringrazio di tutto Dio che, nella Sua Misericordia, ha voluto guarirmi, affinché credessi e portassi al Suo Cuore Misericordioso tanti fratelli redenti dal Suo Sangue e dalla Sua Acqua, versati per amore nostro.

Conforme alle parole di Ugo Festa

 

 

Nella foto:  da destra, Don Renato Tisot, la mamma di don Renato Sig.a Quirina ed Ugo Festa

 

 

Nella foto sottostante:  l’Icona del miracolo

l’Icona di Gesù Misericordioso di Villa O Santissima che ora  si trova a Surmanci (Parrocchia di Medjugorje)

(autrice dell’Icona la Sig.ra Galdiolo Lia di Padova)